SPAZIOMINIMO

Un’idea, un progetto, una passione.
Creato per rivalutare i piccoli borghi attraverso l'arte, la cura e il design.

PICCOLA GALLERIA D’ARTE NEL CUORE DELLA LUNIGIANA

Spaziominimo si trova a Lusignana, un piccolo borgo antico del comune di Filattiera,sui monti dell’Appennino tosco-emiliano che ha subito negli anni un processo di spopolamento. Da qui l’idea di creare uno spazio dove presentare iniziative e organizzare eventi per dare nuova vita al territorio assieme a tutti i compaesani e a coloro che sono interessati.

“IL VISIBILE DELL’INVISIBILE”
Religione e arte contemporanea

19 Luglio - 7 Settembre 2025 Lusignana

In un tempo in cui il mistero sembra svanire dietro lo schermo della razionalità, l’arte contemporanea torna a interrogarsi sul sacro. Il visibile dell’invisibile esplora il legame profondo – a volte critico, a volte mistico – tra espressione artistica e spiritualità, riunendo opere che danno forma a ciò che non si vede: il senso del trascendente, l’enigma della vita e della morte, l’eco di antichi simboli e riti.

Terzo appuntamento di “Spaziominimo”, la mostra invita artisti di diverse sensibilità a confrontarsi con soggetti religiosi riconoscibili, senza limiti di credo. Un’esplorazione libera e coraggiosa del sacro che ancora abita il nostro tempo.

Il progetto si apre anche allo spazio urbano, con la realizzazione di edicole votive contemporanee: piccoli segni di spiritualità diffusa, reinterpretati con i linguaggi dell’arte visiva e pensati per tornare a dialogare con i luoghi della vita quotidiana.

Perché, come scriveva Paul Klee, l’arte non ripete il visibile, ma rende visibile ciò che non sempre lo è.

A cura di Alberto Maria Prina,con un testo critico di Alessandra Alliata Nobili espongono le loro opere: Alessandra Angelini, Giovanni Canu, Laura Di Fazio, Peppe Di Giuli, Fernanda Fedi, Gino Gini, Pino Lia, Antonello Pelliccia, Maurizio Prenna, Alberto Maria Prina, Rosanna Veronesi. Progetto grafico di Jacopo Prina.

“SOVRAdiSÈ: IL SOPRA E L’OLTRE”

20 Lug - 15 Set 2024 Lusignana, 12 -18 Dicembre 2024 Milano

Sette professionisti di diversa età e formazione presentano la loro riflessione sul rapporto dell’artista con ciò che rimane del sacro nella contemporaneità, usando le tecniche del loro mestiere, sia nella forma di libro d’arte che di quella della pittura o della scultura.

A cura di Alberto Maria Prina,con un testo critico di Alessandra Alliata Nobili espongono le loro opere: Alessandra Angelini, Giovanni Canu, Virginia Dal Magro, Fernanda Fedi, Gino Gini, Alberto Maria e Jacopo Prina.

Il dibattito su arte e sacro, recentemente emerso all’attenzione non solo degli specialisti, viene sempre impostato sul rapporto tra fede e religione ma si può avere un senso del sacro indipendente dalla sfera religiosa?

Nel dibattito sull’argomento viene attribuito all’espressione della religiosità la responsabilità di avere perso il rapporto con l’arte contemporanea. Ma non è ribaltabile il concetto?

Non è l’arte contemporanea che ha perso la capacità e abbandonato l’intenzione di “parlare” oltre il proprio ristretto sistema?

“FOSSILI: LIBRI D’ARTISTA”

7 - 27 Agosto 2023 Lusignana

Mi è sempre dispiaciuto gettar via libri. Per cultura e tradizione essi rappresentano il sapere ed il loro valore simbolico non mi appare troppo sminuito dal fatto che gran parte del pubblicato sia banale e a volte sgradevole. Allora li salvo, alcuni ovviamente: i prescelti che il caso invia alla mia opera di fossilizzazione, di mummificazione secondo i canoni illusori del fermare il tempo che hanno caratterizzato la nostra storia e che sono dopotutto un metodo antico di preservazione della memoria.
Alberto Maria Prina

BISOGNO DI INFINITO E DI CERTEZZE

Al mio Paese le certezze erano tre: il Parroco,il Medico,la Maestra.
Il Parroco ci dava i principi con cui operare, il Medico ci permetteva di vivere e la Maestra ci forniva le basi per poter stare nel mondo con il nostro lavoro. Il campanile batteva il ritmo dei nostri valori: inclusione,solidarietà,tutela dei beni comuni.
La condivisione dei problemi li rendeva più accettabili e risolvibili: c’era chi accendeva la stufa e preparava il caffè per il vicino, chi la sera passava a consegnare le medicine a chi ne aveva bisogno con una scusa sempre diversa per dire un ‘Come stai?’, chi si prestava a gestire pratiche più complesse,dando gratuitamente consigli di investimento o di lavoro. Ricordo all’ora dei pasti un via vai di pentole coperte e fumanti che raggiungevano la casa del vicino ammalato, solo o semplicemente troppo occupato.
Certe cose sembrano resistere solo in borghi come questi, fuori dal tempo.
Lavoriamo insieme per mantenere in vita i nostri piccoli Paesi nella certezza che qui ritroviamo i valori che fanno bella la vita.
Loredana Sarti